3 gennaio 2013 - Depositate le motivazioni della sentenza di primo grado emessa il 28 ottobre 2012, con la quale il Tribunale di Teramo ha condannato alla pena dell'ergastolo Salvatore Parolisi per l'omicidio della moglie Melania Rea, consumato il 18 aprile del 2011 nel bosco di Ripe di Civitella, mentre la loro bimba di diciotto mesi era in macchina.
Secondo il Giudice Maria Tommolini, si è trattato di un delitto d'impeto, consumato dal Parolisi con 35 coltellate inferte nel corpo della moglie 29enne, perchè quest'ultima gli avrebbe negato un rapporto sessuale.
Tutto sarebbe accaduto in pochi momenti, quando la vista della moglie seminuda dietro al chiosco della pineta intenta a fare pipì, avrebbe verosimilmente eccitato Parolisi, che si avvicinò a Melania per avere un rapporto sessuale. Melania - che secondo il Giudice era la "figura dominante" della coppia - però avrebbe rifiutato, forse rimproverando il marito, che a quel punto avrebbe reagito sferrando i colpi con il coltello a serramanico che aveva in tasca.
Nelle motivazioni della sentenza, si argomenta anche della relazione tra Parolisi e la soldatessa Ludovica Perrone.
Il Giudice, pur escludendo tale rapporto extraconiugale come movente del delitto, ha comunque affermato che "vi era da circa due anni una stabile relazione sentimentale ancora in corso", come dimostrerebbero le 5395 telefonate ed i 4012 sms intercorse tra i due dal 2 settembre 2009, data presumibile dell'inizio del rapporto, al 27 aprile 2011; una media di circa 9 telefonate e 6 messaggi al giorno.
Parolisi, secondo il magistrato di Teramo, "Nel tentativo di allontanare i sospetti, ha fornito, con proprie dichiarazioni e interviste televisive, una mole di menzogne (così come era solito fare nella propria vita quotidiana) che inconsapevolmente hanno costituito una sorta di confessione".
Fonte: Ansa
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